Investimenti, come diversificare all’estero: quali sono le maggiori opportunità?

Nel corso degli ultimi anni, i risparmiatori italiani hanno visto ampliare significativamente le opportunità di poter diversificare i propri investimenti finanziari. Oltre all’aumento degli asset, un ruolo chiave nella diversificazione lo svolge l’allocazione geografica: un’efficace diversificazione sotto questo punto di vista, consente di ridurre i rischi legati all’instabilità economica di un singolo paese.

Investire una parte dei propri risparmi in paesi differenti dal nostro, oltretutto, consente di investire in mercati e settori in forte espansione nonché in aree geografiche con regimi fiscali maggiormente favorevoli. Questa operatività, tuttavia, va fatta nella massima consapevolezza. E nella maggior parte dei casi, è opportuno conoscere adeguatamente il contesto in cui si decide di investire e affidarsi a professionisti qualificati che operano nel paese prescelto.

Arabia Saudita

Negli ultimi lustri, in particolar modo in quello post-covid, un paese, più d’altri, si è messo in evidenza per la grande capacità d’attrarre capitali dall’estero e i progetti avviati dalle autorità locali: l’Arabia Saudita. Questo paese sta vivendo una trasformazione economica senza precedenti, come testimonia il piano “Vision 2030”, che si pone l’obiettivo di ridurre la dipendenza economica dal petrolio e sviluppare settori come il turismo, le energie rinnovabili, la tecnologia e l’intrattenimento.

Il governo locale offre significativi vantaggi per gli investitori esteri, che spaziano dalle agevolazioni fiscali alle semplificazioni burocratiche. Chi decide di entrare in questo mercato deve adeguatamente informarsi su cosa comprare in Arabia Saudita, valutando le opportunità immobiliari, la possibilità di investire in aziende locali o nei progetti infrastrutturali e nelle iniziative green presenti nel paese asiatico. Il quadro normativo sta diventando sempre più favorevole e la domanda interna è destinata a crescere, soprattutto in settori come turismo e tempo libero.

Emirati Arabi Uniti

Restando geograficamente poco distanti dall’Arabia Saudita, un’altra nazione che sta vivendo un periodo florido dal punto di vista economico sono gli Emirati Arabi Uniti, dove spicca la forte capacità attrattiva di stati come Abu Dhabi e Dubai. Quest’ultimo stato degli Emirati Arabi Uniti è ormai sulla bocca di tutti, grazie a una crescita economica che non si arresta da diversi anni a questa parte. Una crescita, oltretutto, sana, favorita da alcuni aspetti che non sono riscontrabili, ad esempio, in altre nazioni dei mercati emergenti.

Dubai, infatti, offre una stabilità politica che incentiva gli investitori internazionali, che possono contare anche su un sistema bancario solido e ben regolato dal punto di vista normativo. Non c’è alcun dubbio, tuttavia, come l’aspetto fiscale sia quello di maggior appeal per chi decide di investire nello stato emiratino: le imposte sul reddito personale sono azzerate, mentre quelle relative alle imprese sono tra le più basse al mondo (circa il 9%) e si applicano soltanto al raggiungimento di una certa soglia di fatturato.

Singapore

Quanto l’Asia sia diventato il mercato emergente più interessante del mondo, è testimoniato anche dallo sviluppo economico di altri paesi. Tralasciando la Cina, che sembra aver arrestato la propria tumultuosa crescita dopo la pandemia anche per un cambio delle politiche economiche del governo, non si può non mettere in risalto la grande capacità attrattiva di Singapore agli occhi degli investitori stranieri, sia istituzionali che privati.

D’altro canto, l’ex colonia inglese è un consolidato hub finanziario e commerciale dell’intero continente asiatico, dove hanno sede alcune multinazionali famose in tutto il mondo. Il governo locale, da svariati decenni a questa parte, ha messo in atto delle politiche “pro-business” che hanno consentito al paese di creare diffuso benessere soprattutto nelle categorie medio-alte. Il costo della vita a Singapore, infatti, è particolarmente elevato, come testimoniato, in primis, dai costi delle case (sia in affitto che in vendita) e dei beni di consumo.